A proposito di unicità…
Mentre stiamo ripartendo c’è la tentazione di fare copia incolla del passato… queste parole possono servire da monito e provocazione…
Il diavolo è bravissimo a fare fotocopie: quando ha colto il mio sguardo stupito al cospetto di una tale curiosissima riflessione teologica, mi ha descritto il maligno identificandolo con questa sua incredibile capacità di… “fare copie”. Copie talvolta quasi perfette… che si fa fatica, come con certe borse taroccate, a distinguere l’originale dal falso. E così la sua bizzarra esegesi è continuata, connettendo l’assenza di Dio all’assenza di… creatività: il diavolo, mi diceva, proprio non la sopporta. Perché è proprio qui lo specifico divino: la creazione, la connessione dei linguaggi, la vertigine dell’arte. Lucifero, invece, per l’eternità è condannato solo a sforzarsi di… replicare. Ripetere modelli, imitare stampi. Ma è sterile: può distruggere, mai creare.
Tant’è che dia-bolico è proprio il contrario di sim-bolico: il primo separa, il secondo connette.
A volte anche noi educatori siamo stati convinti che progettare significasse fotocopiare: replicare modelli, seguire percorsi editi, stare nel solco e non poter errare.
“L’educatore che si prende cura della propria creatività allora, è pericoloso perché sta facendo una rivoluzione (ho rubato questa espressione da Bruno Munari): sta passando da una immagine di sé come seduto ad una di sé come … Ricercatore
Eh sì: ricerca è il nome tangibile della creatività.
Non è, dunque, questione poco seria, anzi: poiché coincide con la ricerca dei linguaggi e delle strade, allora la creatività è questione anche antropologica e filosofica e, persino, finanche etica e politica.
Creatività è il nostro diritto e il nostro dovere di fertilità. Progettare esodi nuovi, non fotocopiati. Partorire strade, non sedie.
La letteratura pedagogica crea e mi offre manuali e strumenti: ed a me, educatore-ricercatore, chiede di incarnarli, di trasformarli in spinte e sorprendenti traduzioni nella storia e nelle storie singolari. Sono pungoli e spinte, mica cuscini. L’educazione implica ricerca scientifica e… acrobatica. E l’acrobata sta sul filo: conosce l’impegno della leggerezza. Il saltimbanco educatore, allora, non è un tipo staccato dal reale. Se volteggia è per ritornare. Certo, è proprio vero che si occupa di contorni! Ma non per questo si allontana dal centro. Esperto di movimenti, dialoghi, possibilità, riconosce che in tutte le periferie è il centro. Poiché Dio abita negli interstizi. E Nostro Signore delle Congiunzioni è un camminatore. Ricercatore Egli stesso.”
Passi di
Dell’amore e del Merito
Antonia Chiara Scardicchio
Ciao sono la catechista Adriana
Buon giorno volevo dirgli che come catechista da 20 anni mi è piaciuto il suo argomento per rinnovare la catechesi noi che siamo abituate diversamente e dificile accettare di cambiare però io mi piace essere con i bambini e mi metto a la prova buona giornata. (Porti pazienza per gli errori ortografici sono francese).