La comunità ai tempi del coronavirus
L’inattività per l’emergenza coronavirus produce pensieri e riflessioni speriamo non virali. Perchè per me è strano vivere senza comunità, non avere contatti con essa. Sarebbe interessante capire se anche la Comunità ha sentito la mancanza innanzitutto di se stessa, dell’assemblea domenicale, dell’Eucaristia e del prete, indipendentemente da chi esso sia?
Probabilmente non ci sarà un si o un no, ma tanta sensazioni e opinioni che non vogliono essere un giudizio ne per gli altri ne per se stessi, ma solo l’indice di un cammino che forse dovremo tutti fare.
Quanta voglia di comunità c’è in noi e tra noi ha messo in atto questa crisi epidemologica?
Ci è mancato un po’ in nostro sentirci assemblea, il nostro trovarci insieme tanto spesso dato per scontato, oppure snobbato per futili o inderogabili impegni!
Confesso che mi sono sentito molto spaesato, pur cercando di vedere il lato positivo di questa situazione. Mi è molto mancato il poter incontrare le persone, salutarle, e sentire come stanno, il riconoscere nei loro volti i segni positivi e negativi della settimana appena trascorsa. Ma sopratutto, mi è mancato il celebraere e lo stare con loro, il condividere l’Eucaristia.
Non credevo fosse così forte questa assenza… Vagavo per la canonica, da una stanza all’altra salendo e scendendo per le scale andando in cerca di chi e cosa fossi io, pensando a cosa rimane di me prete, nel momento in cui non posso più essere con e per gli altri.
Non sono dubbi adolescenziali, nemmeno una ricerca esistenziale drammatica, so che la mia identità si costruisce in relazione a Gesù Cristo, ma sta di fatto che il mio vagare non era causato da una semplice inattività.
Una domenica così tranquilla quasi “libera” all’inizio di un tempo forte come la quaresima non l’avevo mai avuta, anche se in diverse occasioni ho sempre qualche giorno di riposo. Ma la domenica per un prete è anche altro .. forse anche più della Messa stessa, a completamento di essa… Sono le persone, con le loro storie, con i loro volti, con i loro sorrisi, quello che noi riassumiamo sbrigativamente nella parola Comunità, si per un prete la domenica è Comunità! Fatta dal celebrare assieme, l’ascoltare la stessa Parola di Dio, e al di là della mia predica… lo “spezzare il pane” uniti!
Si è questo quello che mi è mancato.. è una prova non da poco questa mancanza. Sant’Agostino diceva che è nel momento della prova che scopriamo chi siamo e a cosa teniamo. Posso affermare, quindi, che in questo forzato digiuno comunitario e celebrativo ho fatto esperienza del mio bisogno di essere fratello, assemblea, comunità di battezzati… e della necessità esistenziale di celebrare l’Eucaristia con i fratelli per vivere la domenica e per sentirmi vivo . e per voi?