non siamo poi tanto ( i ) soli…
Marilyn ha gli occhi neri: Dal primo all’ultimo fotogramma, Godano il regista è riuscito a creare situazioni buffe e a raccontare il disturbo mentale con la giusta leggerezza. E però, dietro alle brutte figure, alle parolacce di una donna affetta dalla Sindrome di Tourette e alle crisi di un uomo impaurito che grida sovente al complotto, c’è una riflessione molto seria sull’incomunicabilità che regna nel nostro mondo, che poi è quella “cosa” che ci fa sentire tremendamente soli e che allontana gli altri.
“E’ brutto non essere visti” – dice a tal proposito Diego, che oltretutto è uno chef sopraffino, e non allude solo ai “pazzerelli”, come li chiama affettuosamente il regista, ma anche a chi non ha manie, ossessioni, malattie mentali. Perché accade a tutti di risultare invisibili, e a ciascuno di noi succede spesso di non sentirsi libero di mostrarsi per quello che è.
Così chi non si distingue per autocontrollo ha il dono di essere autentico, sincero, dirompente e franco, e di sentire le emozioni molto più intensamente di chi è “normale”. Ecco perché il film coinvolge chi lo guarda. Ma poi… che cos’è la normalità?
Esiste qualcuno di veramente normale? “Da vicino nessuno è normale”, recitava lo slogan di un’altra commedia che affrontava un argomento analogo.
Sa essere anche molto commovente Marilyn ha gli occhi neri, perché Clara, Diego e i loro nuovi amici combattono ogni giorno una battaglia contro se stessi, e non c’è nulla di più eroico del cercare di superarsi.
Simone Godano invita indubbiamente i suoi personaggi e lo spettatore ad accettarsi e a perdonarsi, ma è convinto che un cambiamento e un miglioramento siano possibili, e se non dovessero avvenire, allora non importa, non c’è fretta.
Vale la pena di vederlo, perché questo è un film che vi renderà felici, oltre che autoindulgenti. Qualcuno potrebbe accorgersi di soffrire di disturbo ossessivo compulsivo, ma la buona notizia è che non è affatto solo. Qualcun altro, invece, realizzerà, una volta spenta la TV, di aver visto qualcosa di molto diverso dal solito, il che è raro, ahinoi, nel nostro panorama cinematografico.